Teatro

Titolo della ricerca: Il senso di fare Teatro. Il ruolo delle filodrammatiche all’interno della comunità trentina

Responsabile scientifico: Mario Diani (Università di Trento), Silvia Sacchetti (Università di Trento)

Collaboratore: Luigi Schiavo (Università di Firenze), Tommaso Trulli (Università di Trento)

Il rapporto di ricerca completo sarà consultabile a Settembre 2024.

Nel corso del 2023 la Federazione del Teatro Amatoriale Trentino (Co.F.As.) ha promosso insieme al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento uno studio dei membri delle compagnie teatrali, delle loro caratteristiche principali, delle loro motivazioni. La ricerca si basa sull’approccio e la metodologia sviluppata per la ricerca sul volontariato culturale nei lavori precedenti degli autori.[1] La somministrazione dei questionari ha coinvolto 83 compagnie teatrali, ottenendo complessivamente 601 risposte, di cui 516 complete.

Chi recita nelle compagnie amatoriali?

La ricerca evidenzia un maggior coinvolgimento e interesse attivo delle donne nell’attività teatrale rispetto agli uomini (femmine 55%, maschi 45%). Questo equilibrio nella composizione di genere è tendenzialmente rispettato in diverse valli del Trentino, ad eccezione di alcune specifiche zone: le donne sono sovra-rappresentate (due terzi o più) nelle valli di Cembra e Giudicarie, nell’Alto Garda e in Bassa Valsugana, mentra si nota una prevalenza di maschi (60%) nella piana Rotaliana.

Al momento della rilevazione, l’età dei rispondenti si sviluppava in una forbice compresa tra i 15 e gli 88 anni di età, facendo registrare una media di 50 anni e una mediana di 53. In particolare, la coorte di età più presente all’interno delle compagnie teatrali è quella compresa dai 55 ai 70 anni, che rappresenta il 38% del campione, seguita immediatamente dalla fascia 35-45 anni con il 35%. Quasi del tutto marginale la partecipazione di giovani sotto i 20 anni. Nel complesso le diverse fasce d’età presentano una composizione di genere fortemente differenziata. Infatti, la coorte compresa tra i 20 e i 34 anni è l’unica ad avere una distribuzione pressoché bilanciata (52% donne; 48% uomini), mentre le donne prevalgono nettamente nelle classi di età intermedia. Soltanto gli over 70 vedono una prevalenza di maschi.

Due terzi dei rispondenti (68%) hanno dichiarato di essere sentimentalmente impegnati, sia attraverso relazioni ufficiali, quali matrimonio o unione civile, sia attraverso relazioni stabili non riconosciute formalmente. Al contrario, quasi una persona su cinque (circa il 20%) non è coinvolta in alcun legame sentimentale. Inoltre, l’8% degli intervistati si trova in fase di separazione o divorzio, mentre il 5% ha dichiarato di essere vedovo/a. Oltre al 60% ha affermato di essere genitore.

Il 68% dei soci delle filodrammatiche risulta occupato, tra loro quattro su cinque lo sono a tempo pieno e con contratto di lavoro dipendente. Il 32% dei rispondenti non svolge invece alcuna attività lavorativa. All’interno di quest’ultimo gruppo emerge una netta prevalenza di pensionati (68%) e una presenza significativa di studenti (15%)[2]. Guardando più da vicino alle professioni esercitate (figura 6), gli affiliati ai gruppi teatrali risultano essere in larga parte impiegati, registrando una percentuale del 40% tra gli occupati, seguiti dagli operai-tecnici specializzati, con una presenza apprezzabile del 16%. Al di fuori di queste due principali categorie, le restanti professioni non superano l’8% ciascuna, mostrando quindi una maggiore diversificazione.

Infine, i membri delle filodrammatiche presentano elevati livelli di istruzione, con il 57% dei rispondenti in possesso di un diploma di istruzione secondaria, ed un ulteriore quarto di laurea o titoli equipollenti. Una percentuale significativa di partecipanti (18%) ha acquisito il titolo di terza media, mentre solo l’1%  è in possesso della licenza elementare.

Le motivazioni dei membri delle compagnie

Cosa ha spinto le persone ad unirsi alle associazioni filodrammatiche e quali fattori influenzano la loro motivazione a partecipare attivamente alle attività promosse dalla compagnia nel corso degli anni? In linea di principio è possibile distinguere tra quattro tipi di motivazioni: (i) quelle legate alla natura delle attività all’interno del gruppo teatrale; (ii) quelle relative alla condivisione e alle relazioni interpersonali; (iii) quelle incentrate sulla crescita personale; (iv) e infine, quelle associate alla reputazione della compagnia. I primi tre tipi concorrono in maniera bilanciata alla decisione di partecipare. Pesano invece assai meno le pressioni sociali e la ricerca di status come la reputazione della compagnia sul territorio o le influenze esercitate dalla propria ristretta cerchia sociale. In sintesi, la scelta di entrare a far parte della compagnia sembra dipendere in primo luogo da aspettative personali piuttosto che da fattori esterni. L’attività teatrale appare come uno spazio creativo in cui arricchirsi culturalmente attraverso alla condivisione di esperienze e competenze tra i membri del gruppo, favorendo al contempo il consolidamento di legami significativi. 

In linea generale, le motivazioni dei membri del gruppo teatrale non solo non sono diminuite nel corso degli anni, ma hanno persino registrato (per oltre metà dei rispondenti) un sostanziale aumento rispetto al giorno in cui si sono iscritti per la prima volta.  Il persistere della passione e dell’interesse dei teatranti verso l’attività della compagnia assume un significato ancora più notevole se si considera che la media degli anni di iscrizione al proprio gruppo teatrale è di 18 anni.

Tra i meccanismi che concorrono alla resilienza motivazionale rientrano varie combinazioni di caratteristiche personali e caratteristiche organizzative. Da un lato si è guardato alle modalità di governo delle varie compagnie, considerando variabili come il livello di inclusione degli associati nella gestione organizzativa delle attività e del repertorio teatrale; il potere di influenza dei suoi soci, da intendersi come la capacità della compagnia di promuovere e garantire ai propri affiliati la possibilità di incidere effettivamente nei processi decisionali; ed infine, la dimensione formativa, intesa come l’opportunità di crescere culturalmente attraverso  la condivisione reciproca delle conoscenze e competenze tra i vari membri del gruppo teatrale. Dall’altro lato si è guardato alla flessibilità organizzativa, indica la capacità degli affiliati di gestire e far coincidere gli impegni della compagnia teatrale con quelli di vita personali. La flessibilità organizzativa sembra in effetti essere per gli associati un fattore organizzativo critico da migliorare.

In linea generale l’adozione di un modello di empowerment organizzativo fondato su una maggiore co-determinazione delle attività e dei processi decisionali sembra favorire nel lungo periodo una maggiore propensione degli associati ad interessarsi agli eventi promossi dal proprio gruppo teatrale. Pare plausibile affermare che coinvolgere attivamente le persone nella gestione organizzativa delle compagnie solitamente comporta una maggiore capacità di sviluppare elevati livelli di resilienza motivazionale. Tuttavia, la resilienza motivazionale sembra essere significativamente più alta tra le femmine rispetto ai maschi. Questi ultimi esprimono livelli più elevati di critica verso il contesto organizzativo e le scelte collettive adottate in seno alle compagnie.

Sono poi stati presi in considerazione ulteriori elementi che contribuiscono a determinare il livello di coinvolgimento o disinteresse dei soci nel corso del tempo. Tra questi stanno gli effetti prodotti dalle compagnie teatrali su alcuni aspetti fondamentali dell’esperienza personale degli associati. Si è guardato in particolare a tre dimensioni: la sfera relazionale, dimensione in cui emerge con chiarezza il ruolo cruciale svolto dalla compagnia nel favorire il rafforzamento dei legami tra gli affiliati, contribuendo in questo modo ad instillare un autentico senso di comunità; la sfera del “fare teatro”, in cui si evidenziano gli esiti tangibili dall’attività teatrale sui singoli soci. In questa dimensione si tratta di cogliere la misura in cui gli affiliati abbiano percepito dei miglioramenti sia per quanto riguarda le proprie competenze artistiche generali, sia per quanto concerne le proprie inclinazioni caratteriali; la sfera formativa, guardando in particolare alla possibilità che il gruppo teatrale agisca effettivamente come una comunità di pratica.

Tra questi elementi la sfera relazionale è emersa come quella che meglio concorre a spiegare la variazione della resilienza motivazionale dei teatranti. Tenendo conto dei fattori individuati in precedenza, sembra che la costruzione di un ambiente organizzativo, caratterizzato dalla cogestione della decisione e degli eventi, combinato con la creazione di un clima collaborativo più amichevole e accogliente, finisca per incidere positivamente sull’entusiasmo dei membri all’interno del gruppo teatrale. Anche in questo modello interpretativo più ampio si confermano comunque le differenze di genere.

Infine, si è guardato anche all’effetto generato dalle compagnie teatrali sulla sfera individuale di ogni associato, elaborando un indice di vitalità individuale, definita come il livello di entusiasmo e coinvolgimento attivo di ciascun membro nelle attività promosse dalla compagnia. Questa dimensione è in realtà emersa come il principale fattore esplicativo delle variazioni della resilienza motivazionale degli iscritti alle filodrammatiche nel corso del tempo. Tenendo conto di questo fattore spariscono gli effetti legati al genere, ed aumenta la rilevanza di fattori come la qualità delle relazioni interne della compagnia teatrale, la soddisfazione riguardo l’organizzazione delle attività e gli eventi teatrali, e l’impatto soggettivo della compagnia teatrale sugli affiliati.

Conclusioni

A livello generale, l’indagine rivela un notevole aumento delle motivazioni nei confronti dell’attività teatrale, al netto di qualche fisiologia flessione. Questo impegno costante da parte dei teatranti può essere parzialmente spiegato alla luce delle loro aspettative iniziale, le quali sembrano essere state rispettate – se non addirittura superate- nel corso degli anni. L’analisi ha suggerito che i livelli di resilienza motivazionali tendono ad aumentare proprio quando l’organizzazione della compagnia si struttura su un modello di co-determinazione organizzativa (empowerment organizzativo), in cui i partecipanti sono coinvolti nei processi decisionali. L’adozione di questo approccio promuoverebbe una maggiore soddisfazione rispetto sia le attività artistiche che gestionali della compagnia, incoraggiando allo stesso tempo la creazione di un clima organizzativo caratterizzato da forti legami interpersonali. In questo modo, la natura delle attività teatrali diventa il risultato di un reale processo collettivo, nel quale si cerca di mettere insieme quel desiderio di socialità e crescita personale che caratterizzava le aspirazioni iniziali dei teatranti.

Metodo

La raccolta dati è stata condotta tra Gennaio e Febbraio 2023 attraverso la somministrazione di un questionario online, distribuito utilizzando la piattaforma LimeSurvey, ed ha coinvolto tutte le sezioni regolarmente associate al Co.F.As.. Il questionario è stato organizzato su quattro dimensioni analitiche che hanno riguardato: (a) le abitudini degli iscritti all’interno delle filodrammatiche, (b) le motivazioni e i valori considerati fondamentali dai membri nell’ambito delle attività teatrali, (c) gli elementi organizzativi della compagnia, ed infine (d) i profili socio-demografici degli affiliati al Co.F.As. La somministrazione dei questionari ha coinvolto 83 compagnie teatrali, dai cui membri sono pervenuti complessivamente 601 questionari, di cui 516 completi. La figura 1 offre una panoramica della distribuzione geografica delle risposte in relazione alle comunità di valle che costituiscono il territorio del Trentino. Non è stato possibile collezionare dati per le compagnie filodrammatiche operanti nelle valli di Paganella e Primiero.

Figura 1. Distribuzione territoriale delle risposte nelle comunità di valle della provincia di Trento. I valori si riferiscono alle frequenze assolute (N=601).

English abstract

In general, the survey of members of amateur theatre companies reveals a significant increase in motivations towards theatre activity, albeit with some physiological downturns. This constant commitment on the part of amateur actors can be partially explained in the light of light of their initial expectations, which seem to have been fulfilled – if not exceeded – over the years. The analysis suggested that levels of motivational resilience tend to increase precisely when the organisation of the company is structured on a model of organisational co-determination (organisational empowerment), in which the participants are involved in decision-making processes. The adoption of this approach would promote greater satisfaction with both the artistic and managerial activities of the company, while encouraging the creation of an organisational climate characterised by strong interpersonal bonds. In this way, the nature of theatre activities becomes the result of a real collective process, in which an attempt is made to put together the quest for sociality and personal growth that characterized thespians’ initial aspirations.

Keywords: amateur theaters, motivations, organizational structure and participation, social capital, cultural volunteering


[1] Si vedano in particolare: Silvia Sacchetti e Mario Diani, “Il senso di fare banda: Le bande musicali all’interno della comunità trentina,” Euricse Working Papers (Trento, 2022), SSRN: https://ssrn.com/abstract=4238718. Sacchetti, S., & Catturani, I. (2021). Governance and different types of value: A framework for analysis. Journal of Co-operative Organization and Management, 9(1), 100-133. Tortia, Ermanno; Sacchetti, Silvia, & Valentinov, Vladislav (2020). The ‘protective function’of social enterprises: Understanding the renewal of multiple sets of motivations. Review of Social Economy, 78(3), 373-410. Sacchetti, S. (2013). Motivational resilience in the university system. In Sugden, Roger. et al. (Eds) Leadership and Cooperation in Academia: Reflecting on the Roles and Responsibilities of University Faculty and Management. Edward Elgar Publishing, 107-127.

[2]  Si vedano i risultati in appendice, pag. 46 e -48.