Risultati

Buongiorno Regione, in onda su Rai 3 Trentino il 9 novembre 2022, la professoressa Silvia Sacchetti presenta l’attuale assetto del sistema musicale provinciale trentino.

La vitalità del sistema

La storia delle SMT ci permette di parlare di un sistema duraturo – come abbiamo anticipato nel titolo di queste riflessioni – che, in quanto persistente, ha prodotto effetti in modo continuativo sul territorio utilizzando la forma di impresa cooperativa o quella associativa a beneficio di utenti e soci. Abbiamo indicato che – a fronte dell’efficacia di questo sistema – con il passare del tempo lo stato iniziale e creativo lascia il posto a una modalità di funzionamento più operativa, inserita in un sistema di regole e pratiche istituzionali abilitanti, ma che a tratti hanno rischiato di irrigidirsi, al netto di adattamenti marginali. In diversi momenti è emersa infatti la necessità, da parte degli attori del sistema, di revisionare delle proprie regole e dare vita a istanze e percorsi rigenerativi. Nel tempo, è cambiato inoltre il contesto culturale, le abitudini, le preferenze delle famiglie, nuovi bisogni sono emersi all’interno della comunità e nuove iniziative di formazione musicale fuori delle SMT.

La vitalità degli insegnanti

Dal limitare degli anni ’80, le scuole rappresentano, per gli insegnanti, una porta di ingresso alla professione didattica, che diventa fonte di vitalità quando la scuola coinvolge e crea un buon ambiente di lavoro, quando abilita lasciando spazi di autonomia e creatività, professionalizza e permette la crescita personale, quando le condizioni contrattuali e occupazionali sono ritenute adeguate alle esigenze di vita.

Attraverso le scuole circa trecento musicisti, principalmente trentini, intraprendono la carriera dell’insegnamento, affiancata per oltre la metà dei casi all’attività autonoma di performance. Le scuole risultano capacitanti rispetto al miglioramento delle competenze didattiche, ma non rispetto all’attività artistica degli insegnanti. Quest’ultima, tuttavia, risulta essere una importante fonte di stimoli per alcuni, in quanto consente ai musicisti di creare occasioni di collaborazione artistica nell’ambiente scolastico, ma soprattutto extrascolastico.

La scelta tra didattica e attività artistica autonoma caratterizza il profilo di ciascun musicista e il tempo che ciascuno dedica all’attività di insegnamento, anche in base al salario orario netto percepito dalla scuola, alla presenza di motivazione pro-didattica, alla qualità del contesto lavorativo della scuola, all’apprezzamento che il contesto esterno dimostra rispetto al genere suonato e alla capacità di attirare pubblico.

La vitalità dell’insegnante – che abbiamo osservato attraverso il grado di creatività e di realizzazione di ciascuno – deriva per alcuni dai progetti con gli allievi e dall’approccio personalizzato alla didattica che hanno maturato. Altri traggono linfa vitale dall’interazione con artisti diversificati, soprattutto i musicisti più giovani. Quando l’attività artistica esterna non sottrae cura e valore all’attività di insegnamento – più di quanto non apporti benefìci – essa diventa stimolante e fonte di ispirazione anche per gli allievi. L’importanza della creatività dunque non è univoca, ma presenta caratteristiche di eterogeneità legate alla desiderabilità soggettiva delle diverse attività (didattiche o artistiche), alle caratteristiche e alle aspirazioni delle persone.

Si è altresì indicato che la vitalità individuale non prescinde dalle condizioni materiali relative alle caratteristiche contrattuali e lavorative o alla retribuzione per il proprio sostentamento. Non prescinde inoltre dai processi di deliberazione collettivi, dalla partecipazione alla realizzazione di un obiettivo di bene comune.

La vitalità degli allievi

Anche per gli allievi si tratta di un sistema che produce un elevato grado di benessere. È indicativo, a proposito, come la metà degli allievi abbia praticato lo strumento maggiormente durante il lock-down e che, attraverso la musica e l’atto di suonare, si sentano più “felici.” La ricerca ha dunque contribuito a mettere a fuoco che, attraverso questo sistema, non si realizza solo cultura musicale, ma che questa a sua volta aiuta le persone a sentirsi meglio. Essa ha dunque un ruolo nel cosiddetto “welfare preventivo,” attraverso lo sviluppo della dimensione intrinseca motivazionale degli allievi, del loro senso di competenza e autostima, della loro relazionalità, anche inter-generazionale e, in generale, della prevenzione del fenomeno di povertà sociale. Le scuole hanno saputo creare, per gli allievi, un contesto in cui le persone si sentono libere di migliorare le proprie capacità ed esprimere la propria creatività senza essere giudicati e, più in generale, un ambiente in cui insegnante e allievo (di qualunque età) dialogano, intraprendono insieme un percorso di relazione e di apprendimento che porta l’allievo ad una maggiore competenza, creatività, autostima e capacità di ascolto. È dunque un percorso capacitante, esperienziale e di crescita, anche se non necessariamente professionalizzante in campo musicale.

Il coordinamento organizzativo che favorisce la vitalità

La vitalità può essere potenziata anche dall’attivazione di pratiche organizzative che estendono l’empowerment alle attività quotidiane, puntando sull’autonomia, sul lavoro in team, sul coinvolgimento, sulla formazione e sull’equità nelle relazioni. Queste caratteristiche procedurali sono state ampiamente enfatizzate dalla letteratura che riguarda le risorse umane, dove sono associate alla soddisfazione per la creatività sul lavoro e al benessere. Le soluzioni organizzative, in altre parole, possono favorire la vitalità.

D’altro canto gli insegnanti sostengono la vitalità della scuola se non confondono l’autorealizzazione personale e la propria creatività con la massimizzazione di obiettivi unicamente autocentrati e definiti in modo esclusivo dall’individuo per il proprio beneficio e a potenziale danno di altri (la scuola o allievi ad esempio).

Il coordinamento di sistema che favorisce la vitalità

Nel corso degli anni, le scuole di musica hanno elaborato il loro progetto educativo e si sono strutturate per rispondere alle esigenze della PAT. L’incentivo veniva e viene chiaramente dato dall’accesso ai finanziamenti, dalla conseguente sostenibilità economica e capacità di tenere vivo il servizio. Da un lato le risorse provengono principalmente dall’attore pubblico. Dall’altro la risorsa organizzativa e la competenza umana vengono dalle scuole e da chi vi opera. Per questo risulta rilevante alimentare la cooperazione tra tutti gli attori, un elemento che a livello di sistema sembra essere diminuito nel tempo, dopo lo slancio iniziale.  È evidente dallo studio, che non è sufficiente allocare risorse economiche (il finanziamento pubblico Provinciale) e definire regole condivise perché un sistema di produzione continui a generare esiti desiderabili e sia, per questo, vitale. Senza la cooperazione delle scuole, dei consiglieri, degli amministratori e degli insegnanti (che, nella maggior parte dei casi sono anche soci delle scuole e ne condividono la gestione) l’attore pubblico avrebbe dato vita ad un sistema diverso, e con altri esiti. A questo proposito, abbiamo messo in evidenza che il sistema di istruzione musicale è stato coordinato attraverso una combinazione di modalità, che comprendono:

  • quella pubblica, di direzione generale e distribuzione delle risorse gestito dalla PAT;
  • quella cooperativa, che si basa sulle interdipendenze e sulla coproduzione tra la PAT e le scuole di musica;
  • la capacità degli insegnanti di condividere valori comuni, amministrarsi e cooperare per un obiettivo educativo condiviso, rispettando e a volte rivedendo le proprie aspirazioni artistiche;
  • la capacità delle scuole di musica di cooperare tra loro.

Le scuole hanno mantenuto i loro punti distintivi – rispetto alla varietà di generi musicali insegnati, all’accesso, all’impegno in progetti culturali e artistici. Ma hanno anche accentuato una serie di rigidità funzionali per conformarsi ai requisiti del regolatore, come di norma avviene quando l’attore pubblico vuole garantire gli standard e l’efficacia della spesa. Nel tempo, le SMT si sono occupate sempre più di questioni contrattuali riguardanti il rapporto con gli insegnanti. Stanno affrontando anche il tema del ricambio generazionale, sia per gli insegnanti che per la dirigenza. In generale, al momento, uno dei limiti riguarda la necessità di sviluppare modalità di comunicazione e di collaborazione tra le scuole più coerenti, per ricostruire una (nuova) visione comune, che rifletta sul mutamento dello stile di vita e dei bisogni complessivi degli utenti, degli insegnanti e del cambiamento culturale.

Il valore del fare rete con le istituzioni presenti, le organizzazioni pubbliche e private che contribuiscono alla cultura e all’educazione richiede anche uno sforzo di cooperazione sull’attività progettuale comune. Richiede d’altro canto, da parte delle scuole, una predisposizione ad affrontare attività che possono esulare dalle competenze strettamente musicali e di ordinaria amministrazione.

Rapporto di ricerca:

La produzione di cultura musicale e il sistema delle scuole di musica del Trentino. La vitalità di un sistema di istruzione pubblico-privato, degli insegnanti e dei loro allievi


Abstract

Questo rapporto presenta un’analisi del sistema di produzione di educazione e cultura musicale di base, con un focus specifico sul Trentino e il suo modello di collaborazione tra pubblico e privato che sta alla base di specifiche scelte di politica economica e culturale. Si spinge poi oltre il sistema istituzionale, per indagare alcuni aspetti organizzativi delle scuole musicali, nonché le caratteristiche socio-economiche del lavoro e dell’utenza (gli allievi). Introduciamo il concetto specifico di “vitalità,” e lo applichiamo chiedendoci, nello specifico, come il contesto istituzionale, organizzativo, gli aspetti di rete tra organizzazioni e persone, nonché attitudini e motivazioni individuali supportano la persistenza del sistema e il benessere delle persone, attraverso il rinnovo delle motivazioni, la realizzazione personale, la creatività. Ci si interroga inoltre sulle interazioni tra lavoro di insegnante e di musicista performer. L’argomento, che non è stato affrontato in precedenza con questo grado di complessità, ha trovato spazio nel corso di un progetto pluriennale di ricerca nel contesto del sistema delle Scuole Musicali del Trentino.