Circoli

Il senso di fare circolo: i circoli culturali nella comunità trentina

Responsabili scientifici: Mario Diani (Università di Trento), Silvia Sacchetti (Università di Trento)

Collaboratori: Tommaso Trulli (Università di Trento), Luigi Schiavo (Università di Firenze)

Nel corso del 2023 la Federazione dei circoli del Trentino ha promosso insieme al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento uno studio dei partecipanti, delle loro caratteristiche principali, delle loro motivazioni. La ricerca si basa sull’approccio e la metodologia sviluppata per la ricerca sul volontariato culturale nei lavori precedenti degli autori.

Sono stati raccolti 292 questionari, provenienti da 39 diversi circoli affiliati alla Federazione dei circoli culturali e ricreativi del Trentino. Il profilo sociodemografico dei rispondenti rispecchia bene quello rilevato dall’indagine Multiscopo del 2020 per il Trentino-Alto Adige, suggerendo una buona rappresentatività del campione.

L’approfondimento si concentra su due temi: i fattori che influenzano la motivazione degli iscritti e il loro impegno nel tempo, e il ruolo degli affiliati circoli come creatori di connessioni nella comunità locale.

Il senso di “fare circolo” si può comprendere in primo luogo guardando ai meccanismi che facilitano le motivazioni all’impegno associativo. L’indagine suggerisce che la motivazione degli associati è sostenuta da una combinazione di fattori organizzativi, relazionali e personali. Nel complesso, la creazione di un ambiente inclusivo e relazionale, insieme a benefici psicologici e sociali, è risultata rilevante per mantenere e aumentare la motivazione nel tempo. Si evidenziano i seguenti punti:

Differenziazione dei ruoli e dell’impegno temporale

La maggior parte degli affiliati è composta da soci ordinari (66%), mentre il 16% svolge il ruolo di consigliere e il 18% quello di presidente, o altra funzione di rilievo. Circa il 56% degli affiliati dedica regolarmente tempo all’organizzazione delle attività del circolo, mentre il resto vi partecipa raramente o per nulla.

Motivazioni iniziali e resilienza motivazionale

Le motivazioni per l’adesione iniziale sono prevalentemente legate a fattori di crescita personale e interazione sociale. Le motivazioni estrinseche, come ad esempio le aspettative degli altri, sembrano meno rilevanti. Nonostante una permanenza media di 13 anni, il 90% degli affiliati ha visto la propria motivazione aumentare o rimanere costante.

Ostacoli alla partecipazione e motivazione

Posto che le caratteristiche sociodemografiche come il titolo di studio e il ruolo ricoperto influenzano la resilienza motivazionale, con una maggiore resilienza tra coloro che hanno titoli di studio inferiori e tra i consiglieri rispetto ai soci semplici, gli impegni familiari rappresentano il principale ostacolo alla partecipazione degli associati alle attività del circolo. Per contro, l’indifferenza verso le iniziative del circolo e la mancanza di motivazione non sono percepite come cause rilevanti.

Natura delle attività, fattori organizzativi e motivazione

I circoli che organizzano principalmente attività artistiche contribuiscono maggiormente a incrementare la motivazione degli associati. Per quanto riguarda invece gli elementi organizzativi, un ambiente che facilita l’inclusione, gestisce in maniera soddisfacente le attività del circolo, e consente di investire risorse nelle attività aumenta la motivazione. Invece, la possibilità di bilanciare i tempi del circolo con altre attività influisce negativamente sulla resilienza motivazionale.

Impatto del circolo sugli associati

Benefici come le amicizie, il miglioramento delle condizioni durante la pandemia, la possibilità di condividere esperienze e apprendere dagli altri sono tutti elementi di impatto legati alla sfera intersoggettiva della persona. Benefici psicologici quali miglioramenti nell’autostima,

superamento dei limiti personali, e maggiore senso di vitalità sono collegati ad una probabilità maggiore di resilienza motivazionale. D’altro canto, benefici esclusivamente autocentrati tendono a ridurre la motivazione nel tempo.

Il secondo tema del progetto riguardava il ruolo degli affiliati dei circoli come creatori di connessioni. In particolare sono stati esplorati tre tipi di connessioni.

Connessioni tra circoli

L’analisi delle connessioni create da chi aderisce a più di un circolo suggerisce alcune differenze interessanti tra gli affiliati. La propensione ad aderire contemporaneamente a circoli attivi su temi differenti pare maggiore per i soci più giovani e con un livello di istruzione più elevato; nonché per le donne e per chi non ha un’occupazione lavorativa. Inoltre, è anche maggiore l’eterogeneità dei circoli cui aderiscono soggetti che assegnano priorità ai benefici derivanti per la propria persona dall’adesione al circolo. Nel complesso questo suggerisce l’emergere di un profilo di affiliato (giovane, istruito, spesso donna) meno propenso a concentrarsi su un solo tipo di attività, e più favorevole invece a combinare interessi culturali differenziati.

Connessioni tra circoli e altre associazioni

La partecipazione in altre associazioni è ampia, interessando oltre un terzo degli affiliati. La rete associativa che ne risulta suggerisce modelli di partecipazione fortemente ancorati alla tradizione. Vede infatti al centro alcune delle associazioni più vicine alla comunità locale: le Pro Loco, i cori, le parrocchie e altre organizzazioni religiose, cui si affiancano le società sportive. La posizione che gli individui occupano in questa rete può essere analizzata da due punti di vista diversi. Il numero delle partecipazioni è maggiore per chi non è condizionato da un lavoro a tempo pieno e per chi vive in un contesto sociale più piccolo piuttosto che nel capoluogo. E’ inoltre il risultato di un complesso di orientamenti tra cui spicca l’apprezzamento per i benefici ricavati dal circolo in tema di crescita personale, e un sistema di motivazioni che lascia scarso peso all’approvazione sociale. Un complesso simile di motivazioni e orientamenti spiega anche la centralità nella rete. La partecipazione nel circolo sembra allora un facilitatore di forme di coinvolgimento differenziate.

Connessioni tra le attività culturali del territorio

In linea generale una variegata partecipazione in associazioni pare corrispondere ad una fruizione altrettanto ricca delle opportunità di socialità e di cultura offerte dal territorio. Anche in questo caso, la varietà dei consumi culturali sembra maggiore per chi vive lontano dal capoluogo – come se il volume più basso di attività disponibili spingesse gli individui a massimizzare il loro coinvolgimento. Inoltre, è più probabile che chi ha un sistema di motivazioni iniziali orientato alla crescita personale in un contesto associativo e relazionale sia più centrale in questa rete. Invece, motivazioni originarie estrinseche, come la pressione di altre persone o il prestigio del circolo nella comunità locale, sono proprie di chi rimane in una posizione periferica. Infine, la probabilità di occupare una posizione centrale nella rete è maggiore per coloro che si ritengono soddisfatti del modello organizzativo adottato dal circolo di affiliazione. Un circolo bene organizzato e funzionante non appare allora soltanto come un fornitore di servizi per i propri affiliati: stimola invece una più ampia attenzione verso la cultura nelle sue varie dimensioni.